lunedì 8 gennaio 2007

Effetto serra : Warning !

Fonte : corriere.it
Collaborazione : mystero

Nel 2050 il Mediterraneo dovrà fare i conti con la carenza di acqua. E i flussi turistici si sposteranno verso il Nord Europa.
Il surriscaldamento globale potrebbe avere serie conseguenze per tutti, compresa l'economia italiana.
FLUSSI - Verso il 2050 le nazioni del Nord Europa potrebbero avere benefici dall'aumento delle temperature, ma le regioni del Mediterraneo dovranno combattere con la mancanza di acqua e la diminuzione dei turisti. Secondo l'indagine, che sarà diffusa nelle prossime settimane, il mare del Nord diventerà più caldo e i flussi turistici dal nord verso il sud (circa 100 milioni di persone all'anno, pari a 100 miliardi di euro) rallenteranno «con drammatiche conseguenze per le economie di Spagna, Grecia e Italia».
COSTI E DECESSI - Se la temperatura media annua dovesse alzarsi di 3 gradi centigradi entro il 2071, si verificheranno 87 mila decessi in più all'anno; se il rialzo sarà invece di 2,2 °C i decessi potranno arrivare a 36 mila. Secondo lo studio della Commissione, l'economia dell'Italia e degli altri Paesi del Mediterraneo verrebbe colpita a causa della «siccità, della ridotta fertilità del suolo, degli incendi e di altri fattori dovuti ai cambiamenti climatici». Nell'Europa settentrionale i raccolti aumenterebbero del 70%, mentre dell'Europa meridionale si ridurrebbero del 20% e il livello del mare potrebbe salire anche di un metro. Entro il 2020 il costo totale del surriscaldamento potrebbe arrivare a 4,4 miliardi di euro con un rialzo della temperatura di 2,2 °C rispetto agli anni Novanta; con un aumento di 3 °C i costi salirebbero a 5,9 miliardi, e fino 42,5 miliardi entro il 2080.
DIFESA - Un piano di difesa delle coste e delle spiagge potrebbe però nel lungo periodo ridurre i costi a 2,2 miliardi l'anno. Ma le acque oceaniche diventeranno più acide con gravi conseguenze sulla pesca: i pesci migreranno verso Nord e l'Europa sarà sempre più a rischio alluvioni. La Commissione vorrebbe includere anche metano e ossido di azoto tra i gas serra: riducendo la loro produzione il surriscaldamento dovrebbe rallentare. Lo scorso anno uno studio del governo belga ha riscontrato che una riduzione delle emissioni di anidride carbonica del 15-30% tra il 1990 e il 2020 non avrebbe un impatto complessivo sull'occupazione, grazie ai nuovi posti che dovrebbero essere creati nei settori dell'alta tecnologia come quelli dell'energia rinnovabile. «La riduzione delle emissioni globali nel 2050 a un livello che sia inferiore del 25% rispetto al 1990 - conclude lo studio - è realizzabile sia tecnicamente sia economicamente».
IL MINISTRO: «PRIORITA' MONDIALE» - Tempestivo il commento del presidente dei Verdi e ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio: «I cambiamenti climatici in atto sono una vera priorità, per l'Italia e per tutta la comunità internazionale, e devono essere affrontati per tempo e con determinazione - auspica il ministro -. Piuttosto che perdersi in polemiche sterili, la politica dovrebbe occuparsi dei veri problemi. E pensare che ancor oggi c'è chi crede che l'emergenza sia la legge elettorale e vede nel Protocollo di Kyoto un ostacolo allo sviluppo».

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